Herzog&DeMeuron - Holl: due visioni della metafora




Herzog & De Meuron e Steven Holl usano, come incipit progettuale, la metafora.

Per i primi ha una connotazione più “superficiale” nel senso che è la “pelle” a improntare l'approccio: nella Cabina di trasformazioni per le ferrovie a Basilea il volume è rivestito, quasi fasciato, da lamelle di rame: è evidente che il riferimento è un trasformatore, un cilindro a cui è avvolto una bobina di rame. Per il centro di ricerche farmaceutiche è l'edera, l'erba medicinale, a definire una pelle verde, mutevole, viva; per il Rehab l'analogia tra le ossa e le articolazioni, ossa che col tempo si deteriorano e invecchiano esattamente come i frangisole in legno grezzo che sono tra loro giuntati con “articolazioni” più fluide e “molli”... e potremmo proseguire con le “persiane” del complesso in Rue de Suisses a Parigi e tanti altri ancora. E' quindi una idea di superficie “non superficiale”, che è poi il concetto di “pelle”, ovvero dell'interfaccia tra “interno” ed “esterno”, ricettore di stimoli ed “emettitore” di segnali e significati.

Per Holl la metafora è un “concetto specifico” (che lui chiama “limited concept”) cioè un concetto che deriva dalla letteratura o dalla scienza o dall'arte e che diventa il DNA dell'intera opera. Lo starno attrattore di Lorenz dà origine al museo di Cranbrook, la spugna alla Simmons Hall al MIT, l'incrocio dei nervi ottici al Kiasma di Helsinki, la musica di Bartok alla Stretto house e così via.

Ma allora tutto è lecito? Tutto genera architettura?

La risposta è complessa e apparentemente diplomatica: si e no!

Si perchè da ogni “idea” può nascere un progetto (abbiamo citato sopra una decina di esempi tra i più disparati), no perchè se la metafora ci porta fuori campo e  non ci fa rientrare nell'ambito dell'architettura è non solo inutile ma addirittura dannosa.

Così è la pelle e il “concetto specifico”: se non si traduce in rapporto col contesto, con una spazialità interessante e stimolante, in qualcosa che sia al tempo stesso nuova ed eterna, eccitante e accogliente, allora è inutile.
Ecco allora che il Rehab è affascinante perchè il suo spazio è allo stesso tempo accogliente e rilassante (accoglie degenti che devono riabilitarsi fisicamente), perchè il legno è declinato in ogni sua forma, perchè funziona come una macchina perfetta, perchè è a dimensione d'uomo...ed alla fine ti fa dimenticare la metafora delle ossa. 
E così la spugna della Simmons porta ad una struttura in cemento prefabbricato, a stanze piene di luce, a luoghi comuni interessanti, a rapporti permeabili col contesto.....e ti fa dimenticare che l'origine è la spugna.
Come spesso succede nella vita, si è attratti da un particolare e poi ci si innamora di tutto il resto....nonostante il particolare.

Occorre però dire che mentre la “metafora” di Holl è veramente una linea guida che genera quasi tutto, la “pelle” non è in grado di farlo: se il chiasma genera e suggerisce “intrecci” interni ed esterni, l'analogia con le ossa umane non può suggerire la tipologia a patii e la forma rettangolare e compatta: occorre “tipo”+”pelle significativa”.


 

(nota: post originario del 2012 da Das Andere)

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